Ti è mai capitato di chiedere un parere a più medici e di pensare che “alla fine non sai proprio a chi dare retta”?
È stata anche l’affermazione di una nostra paziente intenta a spiegarci il suo caso clinico. In quest’articolo parleremo proprio di lei e del problema della mancanza d’osso.
Leggendo la storia della nostra paziente, alla fine capirai che quando hai un problema complesso la prima cosa da fare è sentire più opinioni, ascoltare i pareri di specialisti molto esperti e confrontare le diverse soluzioni. È l’unico modo per evitare di buttare via dei soldi e avere una soluzione confortevole e duratura.
Il caso della paziente: un ponte di sei denti
La signora Maristella ha 62 anni e, tra molari e premolari danneggiati o persi, ha grandissime difficoltà a masticare. Alla paziente era stato detto che non aveva osso e che per questo avrebbe dovuto ripiegare su un ponte di sei denti.
Dopo essersi informata e aver fatto diverse visite, le è stata proposta la soluzione di un ponte di sei denti.
Un ponte su denti naturali non è altro che una protesi di 3 o più denti, sorretta generalmente da due denti naturali che fungono da pilastri. In figura 1 è possibile vedere un esempio di ponte con 4 elementi: due denti naturali sono stati limati e ridotti a moncone per consentire la cementazione di una protesi di 4 denti, sostenuta appunto dai due denti pilastro.

Fig. 1 – ponte di 4 denti su 2 denti naturali ridotti a moncone
Per comprendere meglio il preventivo, puoi guardare la radiografia della paziente riportata in figura 2: il ponte avrebbe avuto come pilastri di sostegno due denti sani (in verde) e un dente danneggiato (in giallo); questi tre denti avrebbero dovuto sostenere ben altri tre denti finti, ovvero i denti mancanti.
Rischi del ponte
Un ponte così progettato è destinato a durare poco tempo. I molari, infatti, devono sostenere un grosso carico masticatorio, per questo la natura ha previsto la presenza di ben tre radici per quelli superiori.

Fig. 3 – le tre radici di un molare superiore
Pertanto, il carico che normalmente è sostenuto da 6 denti, con il ponte si sarebbe concentrato sui soli 3 denti naturali, di cui due sani e uno gravemente compromesso. Quindi tre denti avrebbero dovuto farsi carico del lavoro di masticazione di ben 6 denti.
Ma c’è di più: il ponte richiede la limatura dei denti naturali che fungeranno da pilastri, fino a ridurli a un moncone. Dopo la limatura, i denti pilastro avranno perso parte della loro solidità e saranno più soggetti a sofferenza.
Cosa avrebbe rischiato dunque la paziente se avesse accettato la soluzione del ponte? Con ogni probabilità, entro un paio di anni e dopo aver speso qualche migliaio di euro, avrebbe dovuto ricominciare tutto daccapo con un’alta probabilità che, anziché tre denti, avrebbe dovuto curare fino a 6 denti.
L’implantologia in caso di assenza di osso
Laddove sia possibile, l’inserimento dell’impianto è certamente la soluzione migliore. Tuttavia occorre tenere conto di molti fattori, come la quantità e la densità ossea dell’area da trattare.
Nella figura 4 noterai che nel punto del molare mancante, l’osso della paziente (indicato in rosso) è sottilissimo e misura circa 2 millimetri. Difatti il molare superiore mancante si trova all’altezza del seno mascellare, un’area vuota che serve, tra l’altro, come cassa di risonanza per la nostra voce.
Osservando un righello ti renderai conto che 2 millimetri non sono sufficienti per garantire un buon ancoraggio dell’impianto. Per questo motivo alla paziente con poco osso era stato prospettato un ponte di sei denti.

Fig. 4 – La cavità del seno mascellare si trova dopo soli 2mm di osso
La specializzazione in implantologia consente di trattare situazioni molto complesse, proprio come il caso descritto, mediante il ricorso a un intervento di rialzo del seno mascellare. Questo trattamento, come già documentato in un nostro precedente articolo, prevede l’inserimento di osso nell’area del seno mascellare. Questa procedura permette infatti di ricostruire l’osso usando i fattori di crescita del paziente ottenuti con un semplice prelievo di sangue.
Grazie all’aumento dello spessore osseo, dunque, si potrà poi ancorare un impianto e ridare alla paziente denti fissi con una lunga aspettativa di durata.
Rivolgendoti a un centro specializzato in implantologia ti verranno quindi prospettate delle soluzioni anche in presenza di poco osso, senza dover ripiegare su trattamenti che non garantiscono comfort e durata nel tempo.
Il problema della signora Maristella è stato risolto con il rialzo del seno mascellare, con l’inserimento di due impianti che hanno sostituito due dei tre denti mancanti e con una capsula fissata alla radice residua del terzo dente.

Fig. 5 – impianto per i 2 denti mancanti e 1 capsula fissata alla radice residua del dente fratturato
È evidente che un esperto implantologo è in grado di risolvere il problema della carenza d’osso senza traumi e senza dolori particolari. Grazie al rialzo del seno, la paziente avrà un impianto fisso che le darà ampie garanzie di durata nel tempo e le restituirà un sorriso naturale.
Conclusioni
I casi di assenza d’osso, come altri problemi più delicati, sono molti complessi e pertanto richiedono soluzioni altrettanto complesse, come ad esempio il rialzo del seno mascellare. Chiaramente si tratta di una tecnica che, per essere eseguita alla perfezione, richiede una lunga esperienza; in caso contrario, è probabile che ci si debba sentir dire che “c’è poco osso e non è possibile inserire impianti”.
Un implantologo esperto, dunque, studia bene il tuo caso, trova una soluzione duratura e ti propone rimedi mirati.
Certamente neppure il più bravo odontoiatra risolve il 100% dei problemi di carenza d’osso, ma nel 90% dei casi riesce a trovare una soluzione efficace.
Se hai dubbi o vuoi avere la consulenza di uno dei nostri esperti implantologi, puoi contattarci e fissare una prima visita.