Mi manda Rai tre - odontoiatria - 20-04/2017

Ieri, 20 aprile 2017, è andata in onda una puntata di “Mi manda Rai Tre” dedicata all’odontoiatria in Italia e, in particolare, alle cliniche low cost. Nel servizio dedicato all’odontoiatria, a nostro avviso veniva distorta la realtà dei fatti, creando confusione nel telespettatore. Vorremmo pertanto, in maniera assolutamente oggettiva, fare chiarezza su tutti i vari aspetti trattati durante la puntata.

Iniziamo con un riassunto della puntata.

Durante la trasmissione il conduttore Salvo Sottile ha messo sotto i riflettori le cosiddette cliniche low cost italiane, accusando nello specifico Idea Sorriso e Dentalcoop di aver creato dei danni ad alcuni pazienti intervenuti in diretta durante la trasmissione. Ha fatto inoltre vedere come altri pazienti rivolgendosi a delle cliniche odontoiatriche straniere abbiano risolto in poche ore e con costi molto contenuti problemi che in Italia, a loro avviso, non avrebbero risolto.

Premesso ciò occorre fare alcune osservazioni.

Non si può fare di tutta l’erba un fascio

Non vogliamo entrare nel merito sui casi di Idea Sorriso e Dentalcoop, la magistratura valuterà se effettivamente  abbiano sbagliato alcuni trattamenti e, pertanto, siano responsabili di ciò. Anche se i nostri centri non sono low cost, per onestà intellettuale ci preme sottolineare che non si può per questo far passare il messaggio che tutti i centri odontoiatrici definiti “low- cost” assumano personale incompetente.

Tra l’altro è doveroso evidenziare che spesso in questi centri lavorano dentisti italiani, gli stessi che l’Ordine degli Odontoiatri difende a spada tratta ogni qual volta si mette in discussione la qualità e la competenza dei nostri dentisti.

I “low cost” non sono low cost

Si fa passare l’idea che questi centri offrano prestazioni a prezzi più bassi rispetto alla media nazionale. In realtà, da nostre indagini, emerge che i loro prezzi sono grossomodo in linea con il mercato. Sarebbe pertanto più opportuno definirli franchising, ovvero centri odontoiatrici in cui non è il nome del professionista a dare garanzie sulla qualità, bensì il marchio; ci si fida quindi del brand e delle sue capacità di selezionare i professionisti che operano nei suoi centri anziché del nome del singolo professionista.

Nasce qui il problema dei franchising: dovendo gestire diversi centri e dovendo reclutare molti odontoiatri, corrono il rischio di assumere professionisti senza una comprovata esperienza. A complicare la selezione, l’indisponibilità di molti esperti odontoiatri a lavorare in centri che propongono orari e accordi svantaggiosi.

Per tale ragione i franchising odontoiatrici vengono visti come strutture votate al business e poco attente al benessere e alla salute dei pazienti.

Implantologi.it non è un franchising

Qualcuno potrebbe pensare che Implantologi.it sia un franchising. In realtà il nostro ruolo è quello di selezionare professionisti e centri odontoiatrici che si sono distinti per qualità dei trattamenti e per convenienza.

Ogni centro è pertanto indipendente e molto spesso la sua fama è legata al nome del professionista che opera all’interno. Parliamo di professori universitari, di odontoiatri che hanno brevettato strumenti diagnostici o persino impianti, di medici in grado di eseguire complessi interventi di implantologia implantologi.

Si tratta quindi di nomi di professionisti con grande competenza, esperienza e spessore. Per questo parliamo di eccellenza.

Tutte le contraddizioni sul servizio relativo alla clinica bulgara

Durante la trasmissione di Salvo Sottile sono stati dedicati più di 3 minuti per lodare una clinica bulgara, durante i quali sono emerse una serie di assurdità:

  • I prezzi. Si parla di prezzi di circa 2.000 euro quando, in realtà, l’immagine mostrata durante il servizio (vedi foto) evidenzia prezzi medi pari a € 7.650.mi Manda Rai Tre 20-04-2017 prezzi bulgaria
  • I prezzi bis. Sempre riferendosi all’immagine, non comprendiamo quale sia la fonte secondo cui il prezzo medio in Italia per due arcate sia pari a 23.000 euro.
  • I tempi. Dichiarano di aver protesizzato “due arcate in un’ora e mezza“. La nostra esperienza ci dice che mediamente il tempo necessario per la riabilitazione di una singola arcata varia tra le due e le tre ore.
  • I tempi bis. Si dichiara inoltre che “gli impianti non te li fanno normalmente, in Italia, in una sola seduta“. Una simile dichiarazione è assolutamente falsa e fuorviante. Tutte le cliniche di Implantologi.it eseguono il cosiddetto carico immediato (denti fissi in poche ore), come avviene anche in altre strutture italiane.
  • I tempi ter. “La dottoressa arriva anche a (eseguire, ndr) sette interventi al giorno“. Considerando che alcuni interventi richiedono 5/6 ore e che gli impianti singoli richiedono non meno di 30/45 minuti, una simile affermazione può essere vera se la dottoressa si riferisce a singoli impianti, se lavora senza pause e se i pazienti sono pronti per l’intervento in sale già predisposte per l’intervento stesso. Insomma, se e solo se lavora in una catena di montaggio, certamente per ben più di otto ore, senza pause e con pazienti con situazioni abbastanza semplici. Nella pratica è una situazione poco realistica.
  • Pianificazione pre-implantare. Ci pare di capire che l’intervento di cui si parla nel servizio è stato pianificato basandosi solo su un’ortopanoramica trasmessa alla struttura via email e su un’altra eseguita il giorno stesso dell’intervento. I dentisti italiani, al contrario, visitano il paziente e pianificano nel dettaglio l’intervento, avvalendosi anche di TAC e software 3D. Solo dopo averlo pianificato minuziosamente, si procede con l’intervento.
  • L’anestesia. “Avete capito bene: anestesia totale in un semplice studio dentistico“. Questo è ciò che viene affermato nel servizio. In Italia l’anestesia totale può essere eseguita solo in centri ospedalieri o in strutture che abbiano la presenza di un’unità di rianimazione e pronto soccorso. Cosa avviene nello studio dentistico bulgaro in caso di complicanze?
    In tutti i nostri centri, al contrario, viene eseguita la sedazione cosciente di cui non si fa menzione nel servizio. La sedazione cosciente ha gli stessi benefici della sedazione totale (rimuove ansia, stress, dolore), senza però gli effetti negativi dell’anestesia totale. È impensabile preferire l’anestesia totale e, per queste e tante altre ragioni, essa non ha motivo di essere praticata per un intervento di implantologia.
  • L’anestesia bis. E se il paziente sta male? “Lo portiamo a braccetto (sulla poltrona, ndr) e poi lo portiamo direttamente sul letto in hotel“. Potete immaginare il caos che sarebbe scoppiato in Italia se il più piccolo dei centri odontoiatrici avesse affermato qualcosa del genere.

Gli odontoiatri italiani sono tutti impreparati

Durante la trasmissione non si è fatto accenno in nessun modo all’eccellenza o alla qualità dell’odontoiatria italiana. Si è parlato solo dei danni causati da alcuni franchising e osannato i centri odontoiatrici stranieri.

Stando alle statistiche internazionali che pongono la sanità italiana ai primi posti a livello europeo e mondiale, appare incomprensibile che una trasmissione autorevole come “Mi manda Rai Tre” faccia passare un simile messaggio.

Se ci si dovesse sottoporre ad un intervento delicato, come potrebbe essere un trapianto di cuore, di fegato o una ricostruzione maxillo-facciale, chi preferirebbe una struttura dell’est Europa anziché l’Italia? Durante la trasmissione, parlando di odontoiatria, il messaggio trasmesso potrebbe aver indotto la gente a pensare che in Bulgaria gli odontoiatri sono più preparati degli italiani, ipotesi smentita dalla classifiche mondiali sulla sanità.

Pertanto, è opportuno ribadire che in Italia esercitano professionisti ed odontoiatri di prim’ordine.

All’estero risparmi oltre l’80% sulle cure odontoiatriche

Ancora una volta è passato il messaggio che i dentisti stranieri siano economici. In realtà il loro guadagno è alto se si tiene conto che lo stipendio medio di certi paesi europei è pari a circa il 20/25% di un italiano. Come può un odontoiatra italiano che sostiene un costo di oltre 3.000 euro al mese per ogni singolo dipendente (a cui vanno netti 1.500 euro in busta paga) praticare le stesse tariffe di un odontoiatra che paga stipendi di 300/500 euro mensili?

È bene chiarire che il costo è proporzionato agli stipendi e al tenore di vita di ogni Paese. I prezzi delle cure odontoiatriche a New York, a Londra o in Svizzera sono molto più alti dei nostri perché adeguati al costo della vita.

Quello che non si è detto sulle cliniche odontoiatriche estere

Comprendiamo la scelta di alcuni nostri connazionali di recarsi all’estero per motivi economici, ma come già esposto in un precedente articolo dedicato al turismo odontoiatrico, bisogna tener conto dei seguenti fattori:

  • un trattamento completo di implantologia richiede diverse sedute. Bisogna pianificare diversi viaggi e considerare i costi di trasporto, vitto e alloggio che spesso il paziente ignora e che non sono inclusi nel preventivo;
  • nel caso in cui qualcosa dovesse andare storta, non si può essere tutelati dal sistema giuridico italiano, come per i pazienti di Idea Sorriso e Dentalcoop;
  • un servizio della tv svizzera (RSI) – vedi video in basso – evidenziò la tendenza delle cliniche estere di favorire le estrazioni e le protesizzazioni anche nei casi in cui si sarebbe potuto procedere con un trattamento conservativo. Anche questa pratica scorretta non potrebbe essere eseguita in Italia causa denuncia penale.

 

Conclusioni

Capiamo la difficoltà di un giornalista non addetto ai lavori a comprendere tutte le sfumature indicate in questo articolo e siamo assolutamente certi della buona fede degli autori.

Ciò nonostante, ci piacerebbe che “Mi manda Rai Tre” avesse fornito informazioni più accurate, dati meno superficiali e che avesse evitato di parlare di strutture estere (o italiane) con toni che sono apparsi, in certi frangenti, promozionali.

Sarebbe opportuno, a nostro avviso, che si dedicasse un’intera trasmissione a tutti quei pazienti che hanno subito gravi danni presso le cliniche estere e che sono stati curati e riabilitati da professionisti italiani presso strutture nazionali. Non abbiamo statistiche a riguardo, ma siamo certi che se le avessimo, il mito dell’odontoiatria estera si ridimensionerebbe fortemente.

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